Quante maschere indosso sui social?
La realtà virtuale è quella che vorrei o quello che vogliono gli altri?
Perchè ci sentiamo accettati o meno in base ai like che riceviamo?
Tutti noi indossiamo quotidianamente delle maschere, in base al luogo in cui siamo, alle persone che frequentiamo, alla situazione.
Le maschere ci servono per ottenere qualche cosa, ci illudiamo che servano a coprire le nostre debolezze, i nostri segreti. Molte persone si comportano in modo totalmente diverso in base alla situazione in cui si trovano.
Alla fine chi sono davvero?
La realtà virtuale ha messo sulla faccia di tutti una maschera in più. Tutti noi sui social vorremmo apparire perfetti, senza debolezze, sempre belli, con relazioni perfette. Modifichiamo la realtà per fare uno scatto da condividere, ci facciamo vedere divertiti a una serata in cui non ci divertiamo ecc, ecc.
Spesso mi è capitato di vedere conoscenti postare dediche romantiche, foto sdolcinare, per poi lasciarsi poco dopo, “perchè le cose non andavano da molto tempo”. Perchè dobbiamo forzare la realtà sui social?
E’ la realtà che vorremmo vedere noi nella nostra vita? Oppure seguiamo semplicemente quello che fanno gli altri?
Se vogliamo una vita piena di amore, relazioni appaganti, divertimento e spensieratezza, dovremmo cominciare a pensare come realizzare questo sul serio, pensare a cosa ci ostacola nel raggiungimento di ciò che desideriamo.
Se perdo tempo a guardare cosa fanno le altre persone o ad alterare la realtà in cui vivo per compiacere gli altri e ricevere apprezzamento, forse non riuscirò a realizzare quello che desidero davvero.
Non sono intenzionata a fare “di tutta l’erba un fascio” ci sono persone che condividono anche la loro realtà quando non è perfetta, quando non tutto va come dovrebbe andare, i loro pensieri poco convenzionali, ma non esclude che anche quella sia una maschera, un modo per attirare l’attenzione.
Torniamo però ad una delle domande iniziali.
La realtà virtuale è quella che vorrei o quello che vogliono gli altri?
Molto spesso passiamo diversi momenti della giornata a quardare i profili social delle altre persone, i vestiti firmati indossati da una, la cena nel ristorante stellato dell’altra, qualche casa perfetta e ordinatissima qua e la, viaggi in posti esotici, coppie perfette e tanto altro.
Nasce in noi in desiderio di possedere anche noi determinate cose costose, di andare in determinati posti o di fare certe cose. Siamo certi che è davvero quello che vogliamo?
O gli altri ci impongono ciò che dobbiamo desiderare?
Spesso desideriamo di vivere la vita di un altro, di possedere ciò che ha, ci convinciamo che in qualche modo sia migliore di noi, che sia più felice di noi, anche se dietro una vita lussuosa e apparentemente perfetta si possono nascondere situazioni spiacevoli.
Noi però ci convinciamo subito che vogliamo quel tipo di esistenza, finiamo per essere tutti uguali, indossare gli stessi vestiti, andare negli stessi posti. Per riuscire ad essere uguali a tutti, finiamo per non essere più noi stessi, di non essere più nessuno.
La stessa cosa capita quando indossiamo le maschere quotidianamente, siamo tante persone a seconda della situazione e non sappiamo più chi siamo.
«C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.»
(Luigi Pirandello da “Uno, nessuno, centomila”)
Perchè non darci la possibilità di seguire le nostre naurali inclinazioni? Di apprezzare la diversità nostra e delle altre persone? Di percorrere strade nuove che nessino ha mai percorso?
Siamo tutti profondamente e meravigliosamente diversi, cominciamo ad apprezzare quello che siamo nel nostro essere imperfetti. Pensiamo a cosa ci piace fare sul serio, a cosa ci rende davvero felici, alle persone che vorremmo essere e non quelle che dobbiamo essere per compiacere gli altri.
Pensiamo prima di tutto a compiacere noi stessi, sempre nel rispetto di tutte le cose e le persone che ci circondano. Impariamo a pensare fuori dagli schemi e cominceremo a vedere la realtà e ciò che ci circonda con occhi diversi.
Vi ricordate la famosa frase ci Coco Chanel “per essere insostituibili bisogna essere diversi” ed è proprio così.
Come dicevo nel mio primissimo articolo la diversità è un pregio non un difetto. Quindi smettiamola di omologarci alle altre persone a vivere le stesse vite degli altri, in questo modo saremo unici, saremo UNO, non più nessuno, non più centomila.
E tu cosa ne pensi?


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