Ho letto tantissimi libri di crescita personale, tutti utili e con validi consigli. Dopo un periodo in cui seguivo i suggerimenti che venivano indicati, in cui sentivo dentro di me un mutamento tangibile, qualche cosa cambiava, i buoni propositi venivano messi nel “dimenticatoio” e tutto tornava come prima.
Il problema è l’aspettativa di un cambiamento immediato, “cambiare vita in una settimana”, “crescita spirituale in un weekend”, chiaramente sono esempi provocatori, ma che rendono l’idea.
Davvero ci aspettiamo che il percorso di crescita personale, il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati, il cambiamento, avvengano nel giro di poco tempo? Questo perché siamo abituati in un mondo in cui tutto va di corsa, tutto è pronto, istantaneo.
“Non ho tempo di mettermi a meditare”
“ho troppi impegni tenere un diario”
“Mi scordo di praticare la gratitudine”
“Ho troppi pensieri per essere presente”
Questo accade quando non riusciamo a percepire l’importanza di questi piccoli gesti, che devono essere accompagnati dalla lentezza e non sono una perdita di tempo. Siamo abituati a pensare che per ottenere qualche cosa dobbiamo fare, ma se invece dovessimo NON FARE?
Essere presenti, apprezzare la bellezza che ci circonda, notare le piccole cose, fermarci, meditare, pensare in modo costruttivo, riposare.
Riposare, fermarsi viene visto come una perdita di tempo, un periodo in cui non siamo produttivi, se però siamo eccessivamente stanchi o carichi di impegni, certamente non possiamo avere le energie per lavorare su noi stessi.
Dobbiamo pensare alla crescita personale come la scalata di una montagna, ci saranno momenti in cui ci sentiamo meno motivati a proseguire, in cui ci dobbiamo fermare perchè le condizioni meteo sono avverse, in cui occorre riposo o sopraggiunge un imprevisto. I libri che leggiamo, podcast e buoni propositi non attecchisco su di noi come speravamo, ci sentiamo di non progredire.
Queste “battute di arresto” sono normali e presto potremo ripartire per raggiungere il nostro obbiettivo.
Questo però a una condizione.
Occorre avere le giuste motivazioni, devo pensare che questo viaggio mi arricchisca spiritualmente e come persona, se le motivazioni sono legate all’ego o ad aspirazioni materiali, allora si che il mio percorso potrebbe interrompersi. Ad esempio quando desidero a una crescita personale per sentirmi migliore delle altre persone, per soldi o per essere al centro dell’attenzione.
Una pausa in un percorso di crescita potrebbe indicare che è cambiato qualche cosa in noi, forse ciò che mi ero prefissata non è più in linea rispetto a quello che sono, impariamo ad ascoltarci e capire se è il caso di “cambiare rotta”.
Se invece siamo allineati e coerenti con la nostra motivazione e i nostri obiettivi, con ciò che vogliamo diventare, dopo un momento di pausa ripartiremo nel nostro percorso.
Le battute di arresto non devono essere motivo di frustrazione, ma devono essere considerate fisiologiche e un momento di riflessione costruttiva.
L’esempio della montagna in realtà per parlare di crescita personale non è totalmente corretto, perché questo è un percorso non in salita come potremmo pensare, ma in discesa, nelle proprie paure, problemi, programmi mentali limitanti, nella nostra parte “oscura”.
Vi ricordate la Divina Commedia?
Il viaggio di Dante parte dagli inferi, il percorso di ascesa al paradiso parte con la discesa negli inferi nella parte più buia.
Non possiamo pensare di cambiare se non siamo disposti a passare per ciò che non amiamo di noi, per la nostra parte che non vogliamo mostrare, è faticoso, lo so.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
Inferno, XXXIV canto, Dante Alighieri
E tu hai mai intrapreso un percorso di crescita personale?
Hai mai interrotto il percorso dopo avere letto tanti libri sull’argomento?
Che motivazioni avevi quando sei partito/a?


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