Bentrovat* sul mio blog.
Hai mai visto il film Inside Out?
Questo film racconta le emozioni che vivono nella mente di una ragazza.
Le sensazioni non sono tutte positive. Anzi, ne troviamo tante anche considerate negative. Esempi di queste sono Disgusto, Paura, Rabbia, Tristezza, Ansia, Invidia, Imbarazzo e Noia.
Come facciamo a considerare un emozione negativa o positiva?
Le emozioni negative sono dannose?
Ci sentiamo spesso dire che dobbiamo essere sempre felici e positivi.
Ma è sostenibile una vita di questo tipo?
Se mi arrabbio e mi innervosisco cosa succede?
Il proposito di provare solo emozioni positive, di essere sempre contenti, se esasperato può generare un senso di frustrazione non indifferente.
Pensiamo a quello che diciamo spesso ai bambini: “Non piangere”, “Non ti arrabbiare” o “Non essere triste”.
Hai l’ansia?
“Basta che vai in ferie”, “Rilassati”, “Non pensarci e ti passa”.
Queste frasi vanno a screditare delle sensazioni forti che in quel momento la persona prova e fanno parte della sua vita.
Forse potrebbe essere più utile trattare in modo serio i “distrubi psicosomatici”.
“Hai mal di pancia?, Non hai niente, non preoccuparti, è solo un disturbo psicosomatico”
“Non ha voglia di andare al lavoro o a scuola”
La Medicina Tradizionale Cinese, tratta questo tipo di disturbo esattamente come tratta le patologie determinate da un problema a un apparato, a uno squilibrio metabolico e ormonale. Nella filosofia della Medicina Tradizionale Cinese l’uomo viene visto come un complesso olistico e non come un sintomo da trattare.
Forse potrebbe essere più utile consigliare alla persona che prova ansia o disturbi simili di rivolgersi a un terapeuta, fare meditazione, prendere contatti con un professionista che pratica Medicina Cinese o tutte queste cose insieme.
Ma torniamo a noi.
Se ho un appuntamento e non trovo parcheggio perchè venti macchine sono parcheggiate male e tengono due posti, non posso provare rabbia? Perchè magari sto facendo un percorso di crescita personale e quella sensazione la considero negativa?
Certo che si, il sentimento negativo, deve essere:
-Fine a se stesso e circoscritto a quell’evento o situazione. Non posso pensare dopo svariate ore e giorni a ciò che mi ha provocato una sensazione negativa. Salvo che siano eventi davvero molto spiacevoli e in quel caso l’aiuto di un professionista diventa essenziale per elaborare l’accaduto.
-Avere carattere transitorio, ovvero un inizio e una fine ed evitare la rimuginazione.
-Non è parte di me, ma solo una condizione che vivo in quel momento. Io non sono la rabbia, la delusione o la paura, sono emozioni che vivono in me e in deteminate circostante “tornano alla luce”.
Se continuo a rimuginare su un’emozione, divento quello che provo, mi identifico.
“Io sono la rabbia”, “Sono la delusione”, “Sono la paura”.
Codifico il mondo e le persone che mi circondano con questi sentimenti. Con la conseguenza che anche il mondo che mi circonda, mi rimanda indietro questa condizione spiacevole.
Ci fate caso, che quando la rabbia, persiste in noi troviamo persone arrabbiate?
Notate che va tutto storto?
“Cos’hanno tutti oggi?”
Chiediamoci sempre cosa risuona in noi.
Per concludere impariamo ad accogliere anche le sensazioni spiacevoli, per poi lasciarle andare, trarre un insegnamento o un cambiamento.
Ad esempio: faccio un cartello da mettere nel parcheggio o mi impegno a sensibilizzare la mia comunità sui piccoli gesti per aiutare il prossimo. Certe volte basta poco, come appunto parcheggiare bene o non occupare i posti destinati ai disabili.
Trasformiamo quella negatività che proviamo in positività.
E tu cosa ne pensi?
Come accogli le sensazioni negative?
“Perché a volte la stessa emozione che ti spezza il cuore è anche quella che te lo guarisce”
-Nicholas Spark-


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